domenica 9 dicembre 2012

Turista nella mia città


“Roma è la città in cui voglio vivere e morire”. Queste le mie parole quando la gente mi chiede perché non mi trasferisco in cerca di maggiori opportunità, o quando notano il degrado in cui alcune zone sono cadute. No, ragazzi, io non vado da nessuna parte. Certo, il mio amore è legato alla mia infanzia, quando vivevo in una zona che, a nominarla oggi, vengono i brividi: Torpignattara. Ricordo il rumore del trenino che passava sulla Casilina, perfettamente percepibile da casa mia che era lì a pochi metri. Nel corso degli anni “sono stata in esilio”, come dice mio padre, ma ora abito di nuovo a Roma, in un altro quartiere e ne sono felicissima
 
Ma….ci sono tanti ma. Io sono una di quelle povere matte che prende tutti i giorni i mezzi pubblici per andare a lavoro e, incredibile, pago tutti i mesi la tessera. Probabilmente l’Atac non va avanti con i miei 35 euro mensili, per questo mi offre un servizio ogni giorno più scadente:
  • Autobus pieni della peggiore spazzatura, con autisti noncuranti dello spettacolo che si presenta spessissimo all’utenza; 
  • Metropolitane non controllate a dovere, tant’è che col mio abbonamento, se non sto attenta, ci viaggia mezza Roma, per non parlare di personale che non sa dare informazioni su tragitti, fermate e abbonamenti! 
  • Presenza costante di mendicanti e suonatori, sicuramente non paganti, e che fanno sì che spessissimo il tragitto fino a lavoro sia un vero e proprio incubo. 
Io però in genere cerco di avere una visione d’insieme di ciò che mi si presenta davanti e posso assicurarvi che il trasporto pubblico romano rispecchia la sua utenza. Avete mai provato a cambiare la metropolitana a Termini, cercando di scendere dalla linea B? Beh, io ammetto che spesso temo di rimanere dentro la metro! Una muraglia di persone che deve entrare e non ha il minimo sentore del fatto che altrettanta gente deve scendere e io, che a guardarmi a volte sembro ancora troppo giovane per ammonire le persone, sto lì che cerco di farmi sentire dicendo ad alta voce “Fate scendere!” anche quando sono io quella che deve salire. Mi sembra ovvio no? Le persone scendono più velocemente, il vagone si svuota e tutti possono entrare. Purtroppo ciò che è ovvio per me non lo è per il resto del mondo, così vedo gente che si spinge, si dà calci, si insulta e tutto questo mi rende triste ogni giorno di più. Sì perché io amo definirmi turista nella mia stessa città: amo girarla a piedi quanto coi mezzi, amo vedere zone per me nuove perché non le frequento, amo evitare la metro quando dall’auto posso vedere tutto ciò che la città ha da offrirmi. I tempi e la fretta spesso costringono a ripiegare su altre soluzioni logistiche, ma quando ne ho l’opportunità amo poter guardare fuori dal finestrino in modo pigro ma sereno e accorgermi di dove mi trovo.
Sarebbe bello se anche i romani si accorgessero di dove si trovano, di quanta storia calpestano ogni giorno e di quanto basterebbe davvero poco per cambiare le cose: se proprio non riusciamo ad essere gentili, almeno cerchiamo di essere razionali! Roma sarà disordinata fintanto che la gente si comporterà in maniera disordinata, quello che abbiamo oggi è un riflesso di noi stessi, quindi dobbiamo essere noi a cambiare per primi. Nessuno dice che debba essere semplice, ma dobbiamo smetterla di essere pigri e giustificarci dietro il “certe cose non possono cambiare”. Io credo che se si prendono in mano le redini della propria vita sia possibile fare tutto ciò che si vuole, ma niente pioverà in testa a nessuno, ci vuole impegno, impegno e razionalità.

La filosofia di questo blog in fondo è proprio questa: cambiare per migliorare. Romani, ci vogliamo provare?

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