“Roma è la città in cui voglio vivere e
morire”. Queste le mie parole quando la gente mi chiede perché non mi
trasferisco in cerca di maggiori opportunità, o quando notano il degrado in cui
alcune zone sono cadute. No, ragazzi, io non vado da nessuna parte. Certo, il
mio amore è legato alla mia infanzia, quando vivevo in una zona che, a
nominarla oggi, vengono i brividi: Torpignattara. Ricordo il rumore del trenino
che passava sulla Casilina, perfettamente percepibile da casa mia che era lì a
pochi metri. Nel corso degli anni “sono stata in esilio”, come dice mio padre,
ma ora abito di nuovo a Roma, in un altro quartiere e ne sono felicissima
- Autobus pieni della peggiore spazzatura, con autisti noncuranti dello spettacolo che si presenta spessissimo all’utenza;
- Metropolitane non controllate a dovere, tant’è che col mio abbonamento, se non sto attenta, ci viaggia mezza Roma, per non parlare di personale che non sa dare informazioni su tragitti, fermate e abbonamenti!
- Presenza costante di mendicanti e suonatori, sicuramente non paganti, e che fanno sì che spessissimo il tragitto fino a lavoro sia un vero e proprio incubo.
Sarebbe bello se anche i romani si
accorgessero di dove si trovano, di quanta storia calpestano ogni giorno e di
quanto basterebbe davvero poco per cambiare le cose: se proprio non riusciamo
ad essere gentili, almeno cerchiamo di essere razionali! Roma sarà disordinata
fintanto che la gente si comporterà in maniera disordinata, quello che abbiamo
oggi è un riflesso di noi stessi, quindi dobbiamo essere noi a cambiare per
primi. Nessuno dice che debba essere semplice, ma dobbiamo smetterla di essere
pigri e giustificarci dietro il “certe cose non possono cambiare”. Io credo che
se si prendono in mano le redini della propria vita sia possibile fare tutto
ciò che si vuole, ma niente pioverà in testa a nessuno, ci vuole impegno,
impegno e razionalità.
La filosofia di questo blog in fondo è proprio
questa: cambiare per migliorare. Romani, ci vogliamo provare?
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