domenica 9 dicembre 2012

Turista nella mia città


“Roma è la città in cui voglio vivere e morire”. Queste le mie parole quando la gente mi chiede perché non mi trasferisco in cerca di maggiori opportunità, o quando notano il degrado in cui alcune zone sono cadute. No, ragazzi, io non vado da nessuna parte. Certo, il mio amore è legato alla mia infanzia, quando vivevo in una zona che, a nominarla oggi, vengono i brividi: Torpignattara. Ricordo il rumore del trenino che passava sulla Casilina, perfettamente percepibile da casa mia che era lì a pochi metri. Nel corso degli anni “sono stata in esilio”, come dice mio padre, ma ora abito di nuovo a Roma, in un altro quartiere e ne sono felicissima
 

venerdì 23 novembre 2012

Flash - Il Venerdì

Post veloce veloce per porre un quesito: avete notato che il venerdì, rispetto a qualche tempo fa, ci sono molte meno persone in giro? Molto meno traffico? Locali a pranzo che lunedì-giovedì registrano un tot di clienti, il venerdì sono quasi vuoti? Dove sono tutti?

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lunedì 12 novembre 2012

La responsabilità storica di ognuno di noi

Tutto è nato da un appellativo, “choosy” affibbiato da un ministro ad una generazione. Il ministro è la Fornero, la generazione quella mia, nostra dei nati post ’75 e ante ’90.
O giù di lì. Che appartenere ad una generazione è questione sia di date che di cuore. Né solo delle une né solo dell’altro.

Start-up-oosy e collaborative consumption

Recentemente, si è scatenato un grossissimo dibattito, soprattutto sul web, intorno ad una nota dichiarazione che ha avuto ad oggetto il termine "choosy".

Questo post non entra nel merito del dibattito, ma ho voluto prendere spunto da questo tema per sviscerare un paio di concetti che sintetizzeranno l'idea di fondo che permeerà i nostri interventi e la filosofia di fondo di questo blog. Questo sarà (spero) anche l'ultimo dei miei interventi "generalisti", dal prossimo entreremo nello specifico sui problemi e sulle soluzioni possibili per la nostra Roma.

mercoledì 7 novembre 2012

Pro domo sua...

è un celebre discorso ciceroniano che si traduce “per la propria casa” e può considerarsi l’antenato dell’acronimo inglese che usiamo oggi, appunto Nimby.

Anche io voglio subito giustificarmi, uso il latino soltanto per un fine pratico: per dimostrare che parte da lontano questa negligente  diffidenza a considerare il “bene pubblico” come bene collettivo a disposizione di tutti e messo lì perché ne usufruisca io e perché io lo conservi e lo protegga facendo in modo che ne usufruiscano i miei figli e i figli dei miei figli.  Linguaggio un po’ troppo biblico il mio, eh ragazzi! Però, in realtà, se ci pensate, è così.

martedì 6 novembre 2012

YIMBY

"Ecco adesso inizia coi termini anglofoni, che rabbia..."

Purtroppo sì, lo ammetto. Il titolo del post parte dal termine inglese NIMBY, che anzi più che termine è l'acronimo delle parole "Not in my back yard", ovvero, traducendo volgarmente, "Non nel giardino di casa mia".

Vi viene in mente qualcosa? Spesso si legge o si sente questo termine con riferimento alla mentalità di chi, al problema x, risponde sostanzialmente "non è un mio problema" o "fai come ti pare ma da un'altra parte". Il termine, per fare un esempio pratico, si riscontra in quei casi di realizzazione di iniziative malviste dalla collettività, magari a due metri da casa propria (l'autostrada, la pala eolica, l'inceneritore, la discarica, la centrale nucleare).

lunedì 29 ottobre 2012

E finalmente...si parte!!!

Era da un po' che mi ronzava in testa questa idea...un blog...perchè un blog?

Prima di tutto, molto egoisticamente, perchè io in rete "ci voglio essere". Uso tantissimo internet e i social network e credo fermamente nell'importanza delle relazioni e della "conoscenza"...e per conoscenza non intendo la tanto (tristemente) nota "raccomandazione" (e già il titolo del blog, dovrebbe dare qualche suggerimento su come la penso in materia), quanto bensì il termine "networking" nella sua accezione anglosassone...conoscersi, scambiare idee, parlare, discutere, confrontarsi, connettersi, mettersi in relazione...in un mondo sempre più connesso, e dove nonostante tutto la vita d'ufficio è spesso preponderante, il web 2.0 ci consente di superare barriere fisiche e geografiche ed essere "connessi".

Questo è certamente il risultato di una certa globalizzazione e molte persone sono spaventate e/o disinteressate dalle sue implicazioni, principalmente imho per motivi di privacy e/o per una diffidenza (culturale) di fondo. Io penso invece che "esserci" consenta un maggior controllo della propria identità digitale e della propria privacy. Questione di punti di vista.

In secondo luogo, amo molto le riviste ed i portali web "periodici", ovvero quelle pubblicazioni in cui, a rotazione e con cadenza regolare, diversi contributori snocciolano pillole di saggezza sui temi più disparati. Ecco, questa è la finalità di fondo del mio blog, realizzare una specie di think tank, con contributi di diversi professionisti, che abbiano una cadenza più o meno regolare. Prendetelo come una specie di inserto settimanale di un quotidiano nazionale, ma fai-da-te.

Di cosa si parlerà in questo blog? Dal titolo, qualcuno lo ha indovinato. Sono "romano de Roma", e come molti miei concittadini, la mia città suscita in me sentimenti catulliani. Odi et amo. Roma caput mundi, la città più bella del mondo, dove si respirano millenni di storia, di arte, di cultura...ecco diciamocelo chiaramente, su questa immagine "ci campiamo un po' di rendita", perchè quello che balza lampante agli occhi del turista è totalmente avulso dallo specchio visivo del romano medio, ripiegato su se stesso con gli occhi per terra per evitare buche, sporcizia, lavori in corso, vecchiette che fanno lo sgambetto...o con gli occhi fissi sulla macchina davanti a sè, in fila nel traffico, perso nei propri pensieri e ignaro della realtà che lo circonda.

Come la rivoluzione "social" ha cambiato Internet, da 1.0 a 2.0, il mio obiettivo è confrontarsi sulla realtà di Roma. E pensare, ipotizzare, delineare, idee e spunti di riflessione per traghettare la Roma che conosciamo nel nuovo millennio a tutti gli effetti, per rinnovarla, ringiovanirla, farla splendere, non farla più sembrare piccola e risibile al confronto di altre capitali europee e mondiali...insomma...far nascere la nuova Roma 2.0. "Sei giovane vai all'estero"...a parte i luoghi comuni che dovrebbero quantomeno contestualizzarlo questo "estero"...e chi ha viaggiato e/o lavorato all' "estero" sa che non sono tutte rose e fiori...ma a me piace pensare che le cose possano essere cambiate da dentro. Ci vorrà tempo, fatica, sudore, "lacrime e sangue", ma secondo me ne vale la pena. Spero di trovare persone che la pensino come me.

Penso che insieme possiamo farcela. Siamo giovani e abbiamo fortunatamente ancora tanta energia e voglia di fare. Non facciamoci piegare dai modelli conservatori del passato. Lottiamo, sgomitiamo, facciamoci sentire. Almeno, sentiamoci vivi. Vedo tante persone in giro, anche giovani, già assuefatti, già drogati dallo status quo, che tentano solo ed esclusivamente di adeguarsi, trovarsi il posto fisso, spegnere il cervello e pensare ad altro. No, io voglio essere "Rock" (per dirla alla Celentano)!!!

Se siete di questo avviso, ci risentiamo a breve su questo spazio...

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